30.3.11

Opale

Resto perplesso di fronte a questo semaforo senza luci, senza colori, senza omini. Non capisco perchè abbia questa forma. Non ne ho mai visti di così piccoli e tozzi. A forma conica, a strisce arancioni e bianche. E non capisco perchè l'auto alle mie spalle continui a suonare il clacson. Fermati, ti prego. Basta. Sarò libero di stare fermo, seduto alla mia scrivania? 
L'attaccapanni mi osserva, ma non gli dò confidenza dall'altra notte. Sono tutti uguali. Poi dice che uno è timido.
Le carte sono sparpagliate sulla mensola. Non c'è traccia di polvere. Solo un'opale e una ragade. Giro tra le dita un panno in microfibra, sottile, ma così sottile che a un certo punto mi squilla il cellulare. So di non dover rispondere perchè qualcuno potrebbe ascoltarmi. Il pc è spento. 
A un tratto, la tua mano sulla guancia. Una carezza. Un brivido. Un profumo di iodio. Lo iodio. Mi fai sentire bene. Solo tu sai come trattare un uomo che non ha null'altro da chiedere alla vita, se non un bagno caldo e un controllo periodico ai reni. Mi piace quando ti avvicini al mio orecchio. Ma sai che non devi parlare. Non interrompere un'emozione. Non profferire parola. Shhhhht! 
Ti prego. Non la sopporto la tua voce. La odio. Ti odio.

1 commento:

  1. Mi sembra quasi che ogni mio commento possa risultare futile, così ho deciso di farne uno ancora più futile degli altri.

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